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Portoferraio : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diLivorno.

Comuni

Comune di Portoferraio

INFORMAZIONI STORICHE E CULTURALI

Il capoluogo dell'isola d'Elba è Portoferraio (m 4, ab. 11 972), cittadina che conserva un'immagine e una struttura legate alla sua grande espansione in epoca medicea.
In realtà il porto era già attivo nell'antichità, come punto d'imbarco per il ferro estratto dalle miniere dell'isola, e in epoca romana era noto come Fabricia.
Dopo le distruzioni causate dalle incursioni saracene nel corso del VI1 secolo, durante il medioevo la sua importanza legata all'industria estrattiva non venne meno, anzi si accentuò a tal punto da mutare il nome del paese in Ferraia. La rilevanza delle miniere dell'isola, unita alla necessità di stabilirvi un porto sicuro per la flotta toscana, portò al successivo grande cambiamento nella storia di Portoferraio.
Nel 1557 il granduca Cosimo de' Medici, dopo aver raggiunto un accordo con il signore dell'isola Jacopo VI Appiani, acquistò il sito da Carlo V e iniziò la costruzione di una nuova città. I Medici, in realtà, non acquistarono che una porzione abbastanza limitata di territorio e venne quindi realizzato un profondo fossato che, partendo dalla spiaggia della Ghiaia, raggiungeva il porto nella zona dove oggi attraccano i traghetti provenienti da Piombino dividendo senza possibilità di equivoci i territori del granducato da quelli rimasti in proprietà degli Appiani. Cosmopoli - il nome fu scelto sia per onorare il granduca sia per ricordare in qualche modo la necessaria armonia del creato - doveva divenire per i suoi fondatori un porto funzionale e un baluardo inespugnabile contro le incursioni barbaresche che flagellavano il Mediterraneo.
A sovrintendere alla realizzazione del progetto furono chiamati Giovanni Camerini e Giovanni Battista Belluzzi e a poco a poco vennero costruiti i grandi forti che proteggono la darsena e la controllano dall'alto: la fortezza del Falcone, della Stella (che deve il nome alla sua pianta architettonica) e della Linguella, che aveva la funzione di proteggere le acque del porto dalle incursioni nemiche.
Per favorire la prosperità e lo sviluppo della cittadina, i Medici garantirono una serie di franchigie che rendevano conveniente l'immigrazione: Portoferraio crebbe e all'industria mineraria si aggiunsero le saline realizzate lungo la costa nella zona delle attuali terme di San Giovanni. Finalmente, nel 1637, Portoferraio venne elevata al ruolo di città e meno di un secolo dopo vi trovò sede l'intera flotta del granducato, passato oramai ai Lorena.
Le guerre napoleoniche avrebbero sconvolto per un momento breve e intenso la geografia dell'Italia e così avvenne anche all'Elba. In più, dopo la sconfitta di Lipsia del 1813, Napoleone Bonaparte scelse proprio l'isola come sede del suo esilio e vi risiedette dal 3 maggio 1814 fino al momento della sua fuga (26 febbraio del 1815) verso gli ultimi cento giorni dell'avventura militare terminata a Waterloo. Nel corso de11'800 e dei primi decenni del secolo successivo Portoferraio rimase un porto considerevole grazie all'industria mineraria e agli stabilimenti siderurgici, Proprio la presenza di queste industrie causò però i bombardamenti degli alleati che distrussero alcuni stabilimenti industriali e danneggiarono il quartiere del Ponticello. Chiuso dalle mura di origine medicea, che separano la darsena e il paese moderno dal vecchio insediamento storico, il centro di Portoferraio si raggiunge attraversando l'antica struttura della porta a Mare.
In origine sia le mura sia la porta erano molto più severe e imponenti ma oggi, dopo secoli di tranquilla espansione cittadina, molte finestre e balconi sono stati aperti sulle murature di mattoni rossi e anche l'arco dell'antico portale è stato ampliato nel 1637.
Il cuore di Portoferraio è la piazza dedicata a Giuseppe Garibaldi, su cui si affacciano i tavolini dei bar sempre affollati e gli edifici del Duomo - eretto dai Medici alla metà del XV1 secolo e dedicato alla Natività di Maria, e del Palazzo comunale.
Per gli elbani, la sede del comune è nota anche con il nome di Biscotteria per il semplice motivo che proprio questa era la sua funzione passata: qui, nel momento della fondazione di Cosmopoli, Cosimo I aveva fatto costruire i forni per il pane destinato alla guarnigione.
All'interno del palazzo, modificato profondamente ne11'800, si leggono una serie di epigrafi e iscrizioni d'epoca romana. Nella vicina piazza Gramsci si trova la struttura della ex chiesa del Carmine, costruita da Orazio di Borbone nel 1616 e sconsacrata.
Nel 1815 Bonaparte fece trasformare l'edificio nel teatro dei Viginalti. Dalla piazza principale, la strada più importante nella storia di Portoferraio è quella che sale in direzione della sommità del promontorio: via Garibaldi. Vi si affaccia la chiesa del SS. Sacramento, fondata nel 1668 e poi ampliata nel 1773 dall'architetto Giuseppe Natale Bichi, con una tela interessante (Assunta e S. Tommaso d'Aquino) e un altare dedicato alla memoria degli elbani caduti nella Grande Guerra.
Via Garibaldi cambia nome e come via Napoleone, a ricordo dell'importanza che l'imperatore francese ebbe per I'Elba, prosegue salendo a gradini verso la parte alta del paese. Qui si trova la chiesa-museo della Misericordia, fondata nel 1582 e ristrutturata nel XV111 secolo, che è un po' il centro del "cuore napoleonico" dell'Elba. Ogni anno infatti, il 5 maggio, vi viene celebrata una messa in commemorazione di Bonaparte e a fianco della chiesa si trova un piccolo museo dove sono conservate la copia della maschera funebre dell'imperatore realizzata al termine dell'esilio di Sant'Elena dal dottor Antonmarchi, il medico personale, e la copia in bronzo del calco della sua mano proveniente dal Musée de L'Armée di Parigi.
Lungo via Napoleone si apre anche I'accesso alla terrazza della Pinacoteca Foresiana, un tempo ospitata nel palazzo comunale e oggi spostata nei più ampi locali che furono prima del convento di S. Salvatore e poi della caserma di Portoferraio. Le opere esposte, dipinti e oggetti d'arte, vennero donate al comune isolano nel 1920, insieme a un'importante biblioteca, da Mario Foresi, e la prima sala & dedicata proprio alla famiglia dei mecenati. Tra le opere custodite nella pinacoteca, quadri di Signorini, Cannici, Nomellini, Cigheri, Bilivert, Lapi e la tela del Lago di Nemi di Salvator Rosa. La scalinata di via Napoleone termina contro la muraglia della fortificazione di forte Stella. Sulla sinistra, si può raggiungere la dimora che ospitò Napoleone Bonaparte nel corso del suo esilio elbano.
La palazzina dei Mulini era stata ricavata nel 1787 a seguito delle ristrutturazioni resesi necessarie per ospitare gli ufficiali della guarnigione di Portoferraio. Ne risultò uno stabile composito, che venne sistemato al meglio proprio per accogliere Napoleone. Ancora vi si possono notare le tracce dei due mulini originari, ricordati dal nome. Colpisce, durante la visita, la dimensione limitata e quasi familiare della residenza, che fa pensare a una vita raccolta e senza particolare sfarzo. I mobili che arredano gli ambienti non sono originali, e nella Galleria si trova una copia del Napoleone al Gran San Bernardo di David.
Più avanti è la volta del salone di ricevimento, di uno studio e del guardaroba, dov'è custodita la bandiera disegnata da Napoleone per I'Elba, bianca e rossa con tre api dorate su una fascia centrale. Al piano superiore, nella sala delle feste, sono esposti busti di Napoleone e Paolina, oltre a una copia del Napoleone Imperatore dipinto da David. Al piano terra si trova la biblioteca personale.
Affacciato verso la costa, il semplice giardino della palazzina dei Mulini offre un panorama molto ampio verso il mare e la vicina costa toscana. Dalla terrazza si nota la mole del forte Falcone sulla destra: eretta per volere di Cosimo I, questa fortezza è accessibile e i suoi bastioni, nei pressi di un faro, offrono una bella vista panoramica sia verso il mare sia, dall'alto, sulla rada affollata di barche e traghetti. Tornati indietro sulla via del Falcone, si continua in salita lungo via della Regina e via degli Altesi fino ai Bastioni medicei, che costituiscono la parte centrale del colossale forte di Terra progettato dal Buontalenti nel 1558. La barriera di mura segnava il confine tra la Cosmopoli medicea e il resto dell'isola e in origine proprio qui correva il grande fossato oggi scomparso. Si possono visitare i bastioni delle Palle di Sotto e di Sopra, salendo poi fino all'Opera del Cavaliere. I recenti restauri hanno aperto al pubblico anche i bastioni più bassi della Cornacchia e del Cornacchino, affacciati sulle acque della darsena.
A proteggere questo specchio d'acqua, dove oggi sono ancorate le barche da pesca e da diporto, venne eretta la fortezza del bastione della Linguella, che termina verso il mare con una torre.
Oggi queste strutture, utilizzate ne11'800 come carcere, sono state sistemate come sede del Museo Archeologico.
Una visita all'esposizione archeologica è particolarmente interessante per comprendere il passato dell'industria mineraria e della ricchezza dell'isola. I reperti esposti provengono dalle ville romane della costa e dai relitti esplorati al largo dell'isola (vicino a Pomonte) e nelle acque di Montecristo. Lasciata Portoferraio in direzione di Rio si raggiunge in breve un bivio sulla sinistra che conduce alle Terme di San Giovanni (con un negozio di prodotti erboristici e termali), situate nella zona delle antiche saline. L'area circostante è ricca di fanghi marini particolarmente ricchi di zolfo e iodio che vengono utilizzati per trattamenti curativi delle malattie reumatiche e della pelle.
Proseguendo nella stessa direzione lungo la provinciale si incontra la villa delle Grotte, costruita nel I secolo d.C. e presto abbandonata. I primi resti che s'incontrano facevano parte dei servizi e dei giardini, mentre i quartieri residenziali si trovavano più vicini alla costa. Tra le fondamenta affacciate verso la rada di Portoferraio si notano ambienti che avevano funzione di terme, di cortili interni e di stanze di abitazione. Una serie di sotterranei della villa, utilizzati in passato come depositi e magazzini, hanno dato il nome al complesso. Dopo l'abbandono, la villa delle Grotte divenne probabilmente rifugio di eremiti fino a che, nel corso de11'800, vi fu installata una batteria di cannoni.

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